Vitamina D: il ruolo nella dermatite seborroica

La vitamina D è una vitamina liposolubile che contribuisce al regolare assorbimento e metabolismo del calcio e del fosfato e a preservare la mineralizzazione del tessuto osseo. Questa vitamina concorre anche al normale funzionamento del sistema immunitario.

Diversi studi hanno rilevato come risulti utile per proteggere l’organismo dalle infezione virali. La letteratura scientifica ha inoltre focalizzato l’attenzione sul suo possibile ruolo nelle malattie infiammatorie croniche e neoplastiche.

Vitamina D: sintesi e assimilazione

La vitamina D viene principalmente sintetizzata in seguito all’esposizione solare e viene solo in piccola parte assimilata attraverso l’alimentazione. I cibi naturalmente ricchi di vitamina D, infatti, sono pochi e permettono di coprire i fabbisogni solo per il 20%. Tra gli alimenti più indicati per reperirla è consigliato il pesce, in particolar modo aringhe, tonno, alici, acciughe, pesce spada, salmone e trota. Anche alcuni tipi di carni contengono vitamina D. Tra queste: pollo, tacchino, agnello e suino. Nell’elenco degli alimenti che favoriscono il supporto di vitamina D ci sono poi uova, latte di mucca, yogurt e funghi.

Vitamina D e patologie dermatologiche

La carenza di vitamina D è stata riscontrata in diverse malattie della pelle. La letteratura scientifica ha associato la dermatite atopica a un deficit di vitamina D sia in età pediatrica sia in età adulta.

La carenza di Vitamina D è stata riscontrata anche nei soggetti con psoriasi in diversi studi osservazionali. Nella ricerca Deficiency of serum concentration of 25-hydroxyvitamin D correlates with severity of disease in chronic plaque psoriasis, condotta a Firenze nel 2013, è stato per esempio osservato che il 97% dei pazienti con psoriasi presentava livelli di Vitamina D inferiori a 30 ng/ml.

Vitamina D: il ruolo nella dermatite seborroica

Negli studi osservazionali sono stati inoltre descritti dei polimorfismi del gene del recettore della Vitamina D, che determinano maggiore suscettibilità a sviluppare la vitiligine, malattia cutanea cronica contraddistinta dalla comparsa di chiazze non pigmentate, ossia regioni della pelle, dei peli e delle mucose in cui manca completamente la fisiologica colorazione derivante dalla melanina.

Il ruolo della vitamina D nella dermatite seborroica

La vitamina D sintetizzata nelle ore diurne costituisce un importante supporto anche per la pelle a tendenza grassa o affetta da dermatite seborroica. Va ricordato che la dermatite seborroica è una delle malattie cutanee che generalmente migliorano con l’esposizione al sole o attraverso trattamenti come la fototerapia, metodica terapeutica basata sull’uso di apparecchiature capaci di riprodurre artificialmente i raggi ultravioletti. Il miglioramento si deve anche all’attivazione della produzione di vitamina D, che svolge un’azione antinfiammatoria e immunomodulante.

Il ruolo positivo della vitamina D sulla pelle colpita da dermatite seborroica è stato riscontrato dalla letteratura scientifica. In particolare, nello studio del 2017 The effect of vitamin D supplementation on recurrences of Seborrheic Dermatitis* è emerso che il supplemento orale di vitamina D “potrebbe diminuire significativamente il tasso di recidive della dermatite seborroica nei pazienti con carenza di vitamina D accertata”.

Carenza di vitamina D: le altre conseguenze per l’organismo

Il deficit di vitamina D può determinare svariate conseguenze sulla salute dell’organismo nel suo complesso. Tra i segnali che suggeriscono una carenza di vitamina D si riscontrano:

  • formicolio e tremori;
  • senso di stanchezza;
  • debolezza muscolare;
  • fragilità ungueale;
  • dolori osteo-articolari.

Da un punto di vista clinico si possono invece evidenziare manifestazioni quali rachitismo e ossificazioni incomplete nei bambini, problemi alle articolazioni, maggiore propensione alle fratture nonché deformazioni a livello scheletrico.

Non mancano infine conseguenze sotto il profilo psichico. La carenza di questra vitamina, agendo sul livello di serotonina meglio nota come “ormone del buonumore”, può infatti determinare fenomeni quali tristezza, malumore e stati depressivi.

Come intervenire in caso di deficit

La sintesi cutanea di vitamina D garantisce indicativamente l’80% del fabbisogno quotidiano di questa preziosa sostanza. La rimanente percentuale di cui necessita il nostro corpo deriva dall’apporto alimentare. Non sempre si riesce tuttavia a reperire la corretta quantità della vitamina. Una carenza di questa vitamina è ad esempio una condizione piuttosto frequente nelle persone che, per le ragioni più svariate, non riescono a esporsi alla luce solare in maniera sufficiente, come accade ad esempio in chi vive nei Paesi nordici.

Il deficit può essere verificato attraverso normali analisi del sangue. In presenza di livelli bassi, il proprio medico curante può prescrivere l’assunzione di appositi integratori. Occorre però fare attenzione al fai da te. Gli integratori non vanno mai presi seguendo l’iniziativa personale ma sempre sotto adeguata prescrizione medica.

* Jenya Dimitrova (2017) ‘The Effect Of Vitamin D Supplementation On Recurrences Of Seborrheic Dermatitis’, International Journal of Current Advanced Research, 06(03), pp. 2446-2448

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